Storia Dell' Italia Partigiana by Giorgio Bocca

Storia Dell' Italia Partigiana by Giorgio Bocca

autore:Giorgio Bocca
La lingua: ita
Format: mobi, epub
Tags: Saggistica
pubblicato: 2011-12-31T11:42:32+00:00


- “La «svolta» di Togliatti” .

«Arrivai a Napoli negli ultimi giorni del marzo 1944. Ero partito da Mosca dove mi ero recato verso la metà del 1940, reduce dalla Spagna prima e dalle carceri francesi poi. Il viaggio era durato un mese, per aereo e per mare. Quando giunsi a Napoli era una giornata brutta, il cielo era pieno di fumo e di cenere, il Vesuvio era in eruzione e nelle strade vi era un alto strato di cenere su cui si camminava. Le gole diventavano arse non appena si facevano quattro passi. Ma la cosa più brutta era la situazione in cui si trovava allora quella parte d’Italia» (6) .

Così Palmiro Togliatti racconta il suo ritorno in Italia il 27 marzo, per riprendere il controllo diretto del partito nei giorni in cui bisogna piegarlo al repentino mutamento di politica voluto dall’Unione Sovietica .

Togliatti è stato fra i consiglieri della nuova politica? Certamente sì, come membro autorevole del Komintern e ascoltato esperto di affari italiani; ma consigliere come si può esserlo sotto Stalin, pronto all’obbedienza più dura, vedi quella che ha esposto all’infamia nel 1939 i comunisti francesi disertori della guerra antinazista, sgradita al Cremlino. Togliatti pensa che la nuova politica gioverà ai comunisti italiani? Certamente sì, essendo il tempo in cui i comunisti di ogni paese credono fermamente e giustamente che i loro interessi coincidano con quelli della nazione-guida del socialismo. Togliatti ha avuto un mandato dal partito? Ha tenuto conto dell’opinione del partito?

Certamente no, su questo si può essere categorici. Egli arriva in Italia portando la sua soluzione politica, per così dire, in busta chiusa. Prima di consultare i dirigenti italiani, mentre sta scendendo dalla nave rilascia all’«Unità» un’intervista che ha un tono definitivo: «Noi non possiamo ispirarci oggi a un sedicente interesse ristretto di classe… La situazione presente, in cui esiste da una parte un potere privo di autorità reale perché privo di appoggio popolare, e dall’altra parte un vasto movimento popolare di massa, organizzato ma privo di potere, nuoce al nostro Paese perché lo divide, lo indebolisce e lo discredita. Si può uscire da questa situazione? Io ritengo che i partiti antifascisti, pur senza rinunciare a nessuna delle loro posizioni di principio… debbono tutti assieme studiare questo problema con serietà e con il senso preciso della loro responsabilità» .

Il 30 marzo il consiglio nazionale del partito comunista approva una «svolta» che mette in crisi la politica fin lì seguita dalla Resistenza, senza aver consultato né le formazioni combattenti né i partiti alleati. In poche parole, la direzione del partito si dichiara disposta a collaborare con la monarchia e con le forze conservatrici che a essa si legano. In quel preciso momento è una caduta verticale, per molti imprevista, per molti non credibile, da quello stato di intransigenza morale, da quella volontà tesa di rinnovamento creatasi con la Resistenza. Chi vuole potrà poi dire che tutto, compresa la svolta, era stato previsto dall’onniscienza politica del partito il quale già dal 1941 era «per una alleanza con tute le forze politiche disposte a battersi per un governo del popolo» (7).



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